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Le interviste di NEWFIRE Oggi incontriamo il docente Ing. Filippo COSI

31.03.2021 – Oggi NEWFIRE intervista uno dei suoi docenti più esperti, l’Ing. Filippo Cosi, socio di Ai Studio e consulente di Ai Engineering, Società di Ingegneria di Torino che copre i più svariati campi della progettazione e direzione lavori, dove dirige il settore antincendio.

 

Con esperienza ventennale nella prevenzione incendi, è stato uno dei primi progettisti in Italia ad applicare l’approccio prestazionale introdotto con il D.M. 9 maggio 2007 che gli ha permesso di ottenere diverse deroghe (ante-Codice) e di sviluppare diverse soluzioni alternative (post-Codice) in interventi complessi o dove sarebbe stato impossibile rispettare completamente le regole prescrittive.

 

Ha lavorato per clienti come Juventus, Lavazza, Ferrari, Dior, Amazon, Regione Piemonte, Infra.To (metropolitana torinese) e tanti altri.

Da diversi anni inoltre pubblica articoli ed approfondimenti, oltre a e-book e libri sui temi del Codice e della Fire Engineering, essendo anche uno degli autori della collana INAIL-CNVVF-Sapienza-CNI fin dal primo volume.

Sono ormai passati i primi due anni nei quali l’Ing. Cosi ha collaborato con NEWFIRE Formazione nello svolgimento delle lezioni in corsi di aggiornamento antincendio, in particolare sul Codice di prevenzione incendi e sulla Fire Safety Engineering ed ha contribuito fattivamente alla predisposizione dei programmi formativi, con nuove idee che hanno permesso di distinguere la proposta di NEWFIRE Formazione.

NEWFIRE: Ing. Cosi, qual è il tuo background professionale?

Cosi: ho iniziato la professione di ingegnere nel 1999 subito dopo la laurea in ingegneria edile e nel 2001 ho iniziato ad occuparmi di prevenzione incendi, in anni nei quali in Italia predominava l’approccio prescrittivo ed era necessario spesso chiedere delle deroghe in quanto le norme mal si adattavano ai casi complessi che mi capitava di dover affrontare.

 

NEWFIRE: quando hai iniziato ad applicare la FSE?

Cosi: nel 2005 mi sono lasciato incuriosire dalle possibilità offerte dall’approccio prestazionale, ancora prima che venisse ufficialmente introdotto in Italia, in quanto ero alla ricerca di una modalità più ingegneristica per approcciare la prevenzione incendi.

 

NEWFIRE: hai riscontrato difficoltà o diffidenze nei committenti?

Cosi: all’inizio, ovvero i primi anni successivi al D.M. 9/5/2007, i committenti non erano disposti ad applicare la nuova metodologia progettuale, della quale non erano disponibili dati certi sulla sua garanzia di approvazione da parte dei VVF e richiedeva un costo professionale più alto.

Fortunatamente, grazie alla società Ai di Torino, che ci ha creduto fin dall’inizio anche in virtù dei clienti internazionali che chiedevano la FSE, ho iniziato a presentare progetti di Fire Engineering riguardanti interventi complessi, tra i quali uno dei primi in Italia è stato quello del Centro Congressi “La Nuvola” di Roma.

Negli anni successivi sono stati sempre più spesso i committenti, almeno quelli più illuminati e internazionalizzati, a richiedere direttamente il progetto con la FSE.

NEWFIRE: secondo te la FSE garantisce veramente vantaggi degni di nota?

Cosi: non ho dubbi sulle potenzialità della FSE di affrontare e risolvere i casi che non possono essere risolti con il tradizionale approccio prescrittivo, se non attraverso progetti in deroga altrimenti non basati scientificamente su un’idonea valutazione del rischio e sulla dimostrazione quantitativa delle prestazioni delle misure antincendio previste in progetto.

 

NEWFIRE: in questo senso il Codice ha contribuito allo sviluppo della FSE?

Cosi: il Codice di prevenzione incendi è ormai una norma matura in quanto giunta alla sua seconda edizione e non deve stupire che in futuro verrà ulteriormente aggiornato. Sicuramente il Codice ha definitivamente “sdoganato” la FSE avendola prevista come il principale strumento per affrontare le soluzioni alternative, ovvero nei casi in cui non è possibile rispettare le soluzioni conformi, nonostante già queste siano molto valide e flessibili se confrontate con quelle tipiche dell’approccio prescrittivo. Sono stato fra l’altro uno dei primi in Italia ad applicare il Codice, avendo presentato il primo progetto già il giorno successivo all’entrata in vigore del D.M. 3 agosto 2015.

 

NEWFIRE: cosa serve per applicare la FSE?

Cosi: secondo me serve tanta pratica perché è importante distinguere tra la dimestichezza con un software di modellazione, che si può raggiungere in pochi mesi, e la capacità di progettare la sicurezza antincendio con il nuovo approccio, che richiede un’esperienza di svariati anni ed un costante aggiornamento, basato sui corsi di formazione e sulla continua ricerca di fonti di letteratura tecnico-scientifica anche internazionale. Di base la FSE infatti è alla portata di tutti ma il rischio più grande è che si finisca per utilizzare un software molto sofisticato senza la necessaria preparazione di base e senza una strategia progettuale definita dal professionista, lasciandosi condurre da una mal riposta quanto pericolosa fiducia nelle risposte fornite dal software.

 

NEWFIRE: quindi cosa consigli ad un giovane che si volesse cimentare nella FSE e nel Codice?

Cosi: consiglio di studiare molto, di approfondire gli aspetti tecnici e scientifici di questa materia facendo riferimento alle pubblicazioni nazionali e internazionali, gratuite e a pagamento, e di seguire corsi di aggiornamento con una certa frequenza.

 

NEWFIRE: quali sono secondo te le caratteristiche che vorresti trovare in un corso di aggiornamento antincendio?

Cosi: posso rispondere da docente e da discente. Non ritengo utili i corsi dove il docente si limita a leggere il testo della norma e/o ad esprimere commenti non scritti di proprio pugno ma copiati e ricopiati più volte senza aggiungere nulla di personale. I corsi di aggiornamento che mi piacciono sono quelli dove il docente offre il proprio know-how mediante l’esposizione di casi pratici e commentando le norme esistenti, anche internazionali, sulla base delle applicazioni che ha effettuato nella sua pratica professionale o che ha affrontato in qualità di funzionario istruttore di una pratica di prevenzione incendi. Anche far parte di un gruppo di lavoro o della squadra di autori di una collana come quella dell’INAIL-VVF credo faccia la differenza perché è stato molto proficuo il confronto con altri professionisti, funzionari ed i massimi esperti del settore che hanno contribuito a quel lavoro.

 

NEWFIRE: secondo te quali sono i possibili sviluppi futuri della progettazione antincendio e della formazione professionale in questo campo?

Cosi: mi piacciono i programmi che stiamo sviluppando con NEWFIRE Formazione perché un corso tenuto da più di un docente permette ai discenti di acquisire punti di vista differenti e rende più dinamico e interessante il momento formativo.

Credo sia importante continuare a parlare del Codice e della FSE perché nonostante le grandi potenzialità queste norme e approcci si scontrano ancora in Italia con una certa resistenza, anche da parte di alcuni professionisti che faticano a cambiare radicalmente la prospettiva ed il metodo di lavoro. Credo che se questi professionisti partecipassero ad uno dei corsi che stiamo promuovendo in Italia vedrebbero la crescita di una nuova curiosità che li spingerebbe a studiare e poi applicare il nuovo approccio alla prevenzione incendi. Ricordiamoci comunque che l’obiettivo primario è sempre quello di predisporre progetti utili ed efficaci ai fini della sicurezza delle persone e non solo quello di acquisire crediti, che tutti i corsi in qualche modo garantiscono, indipendentemente da cosa lasciano al discente.

Infine ritengo che l’egregio lavoro fatto in termini di norme e approccio progettuale venga tutt’oggi gravemente inficiato dalla mancanza della figura del Direttore Lavori Antincendio, per cui spesso risulta inutile un ottimo progetto che non viene applicato nella realizzazione delle opere in quanto può capitare che nessuno della squadra della Direzione Lavori abbia le competenze per gestire i temi complessi oggetto della progettazione.